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Dal latte ai sapori senza problemi: l’autosvezzamento

Il tuo bimbo fa i capricci davanti alla pappa? Non sai come farlo smettere di poppare? Si rifiuta di mangiare quello che gli hai preparato? E se avesse ragione lui?

Il tuo bimbo fa i capricci davanti alla pappa? Non sai come farlo smettere di poppare? Si rifiuta di mangiare quello che gli hai preparato?

Ciuf ciuf… arriva il trenino della pappa!

Vroooommm, beeeee, wwwwuuuufff: è aperto l’aeroporto? 

È l’ora di cena. Facendo il rumore di una vecchia locomotiva a vapore o mimando acrobazie aeree con il cucchiaio pieno di brodino per far mangiare il tuo piccolo, ti chiedi come sia possibile che i bimbi delle tue amiche mangino e il tuo no. Lui, non ne vuole sapere. Fa il broncio, frigna un po’, si gira dall’altra parte mentre il cucchiaino gli va finire sulla guancia e ora proprio si è messo a strillare.

E se avesse ragione lui? Dopotutto… dovresti chiederti se saresti felice di mangiare omogeneizzato e frullato di verdure mentre i piatti degli altri sono pieni di cose profumate e decisamente più attraenti? Sì, saresti decisamente in disaccordo e anche un po’ oppositiva.

Ovviamente, il pediatra è stato chiaro. Lo svezzamento non si può rimandare e bisogna ridurre le poppate mentre lui/lei non vuole saperne di rinunciare al latte. Eppure eri pronta a seguire in modo infallibile quello schema che il pediatra ti aveva dato, con tanto di ricetta del brodo vegetale con patata, carota e zucchina - magari rigorosamente bio - che avevi acquistato appena uscita dall’ambulatorio.

Ebbene, queste sono state scene che hanno caratterizzato l’inizio dello svezzamento di Francesco e io sto parlando della mia esperienza ma so benissimo che queste sono scene famigliari a molte mamme.

Quindi, a queste mamme chiedo…

“Hai mai sentito parlare di autosvezzamento o di alimentazione complementare a richiesta?”

Prova a ribaltare la logica che hai seguito finora. Non sarai più tu a decidere cosa, come e quanto deve mangiare tuo figlio, ma è lui che ti dirà – o ti farà capire a suo modo – cosa vuole mangiare. Ecco, stai cominciando a capire che cos’è l’autosvezzamento.

Fin dai primi mesi di vita i bambini sono in grado di autoregolarsi: sanno già

decidere da soli cosa e quanto mangiare per crescere bene e in salute.

Non l’hai allattato tu stessa quando ti faceva capire che aveva fame? Perché passando dal latte ai cibi solidi le regole dovrebbero cambiare?

Parola ai bambini sulla loro alimentazione!

L’autosvezzamento non prevede omogeneizzati, pappine, dosi misurate con il contagocce e il bilancino, bensì

pasta, formaggio, frutta, molliche di pane fatte a pezzettini e gestibili dal bambino con le sue stesse manine. In questo modo sarà libero di scoprire nuove consistenze al tatto che si trasformeranno in nuovo sapori per il suo palato. Sì, molte cose finiranno fuori dal piatto o per terra ma basta attrezzarsi con un telo cerato da posizionare sotto al seggiolone e il gioco è fatto.

L’autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta di ricorda una cosa importante da non dimenticare mai: spazio all’ascolto del tuo bimbo. Un libro illuminante su questo tema che suggerisco di leggere è “Io mi svezzo da solo. Dialoghi sullo svezzamento”, scritto dal dottor Lucio Piermarini. Il libro fornisce molti consigli fondamentali per far vivere al meglio il rapporto con il cibo a a tuo figlio fin dalla tenera età e al genitore di affrontare questo passaggio importante con maggior serenità.

I cibi tradizionali, quelli sani e nutrienti, possono essere mangiati tranquillamente dai bambini dai 6 mesi di età. Lasciare che sia tuo figlio, sedendo a tavola accanto a te, a chiederti di assaggiare ciò che stai mangiando, dona ad entrambi un senso di piena soddisfazione. Se pensi che alcuni alimenti non siano adatti a lui, è perché probabilmente non sono adatti neppure a te. Fagli assaggiare tutto ciò che ti chiede. Se qualcosa non gli piace o non desidera assaggiarlo, non insistere.

Si sta autoeducando al gusto e alla vita. Con te accanto.

Se hai paura che il tuo bambino non mangi abbastanza, scoprirai che il vero problema è la mancanza di proporzioni tra ciò che desidera mangiare e ciò che credi che lui mangerà. Grazie all’alimentazione complementare, la mancanza di appetito dei bambini viene risolto lasciando spazio alla loro libertà e curiosità, ingredienti più efficaci di tutte le regole e le pappine imposte dall’alto senza mettersi in ascolto dei suoi bisogni (e con il solo risultato di rabbia e sensi di colpa da parte delle mamme).

Un altro libro molto interessante è “Il mio bambino non mi mangia” di Carlos Gonzàlez, bravo pediatra e ottimo padre con un gran senso dell’ironia. Leggendo i suoi libri, viene naturale chiedersi come sia possibile da una mamma, talmente i concetti espressi riga dopo riga riportano una tale delicatezza d’animo… leggere per credere! 

Il piatto in foto è uno dei prodotti Done by Deer presenti nella nostra sezione pappa.

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